?
PRECEDENTE
HOME
SEZIONE
INDICE
;
SUCCESSIVA

nell’interno della parte superiore della canna detta risuonatore. Queste vibrazioni sono  compressioni e rarefazioni delle molecole dell’aria e cioè, in fin dei conti, suono. La frequenza di questo suono è data dal numero delle vibrazioni generate nel tempo di un secondo (cicli/sec oppure 1 Hertz), vibrazioni il cui numero è inversamente proporzionale alla  lunghezza del risuonatore. Nella pratica per avere frequenze molto basse occorre che le canne siano lunghe anche parecchi metri, mentre per il limite acuto bastano circa 2 centimetri. Quanto sopra per quanto riguarda la “altezza” dei suoni, cioè la loro posizione sul pentagramma. Diverso è il discorso dei “timbri”, che personalizzano il suono.

Il timbro di qualsiasi suono è determinato dal numero e dalla intensità delle frequenze “armoniche”che, salvo qualche eccezione,  accompagnano la frequenza “fondamentale”. Una vera fortuna perchè senza le “armoniche”tutte le nostre voci sarebbero uguali ed indistinguibili, la stessa cosa per gli strumenti musicali.

 

Nell’organo i vari timbri dipendono dalla configurazione geometrica della canna; per le canne semplicemente cilindriche è  determinante la relazione tra diametro e lunghezza.

 

Nelle canne cilindriche la frequenza fondamentale predomina in misura tanto maggiore quanto il diametro in proporzione all’altezza è  più largo. Le canne larghe danno perciò un suono rotondo, vicino al flauto (e infatti il suono del flauto ha uno basso contenuto di armonici). Quanto più le canne diventano strette, di tanto più aumenta la intensità delle frequenze multiple dette  armoniche: il timbro si fa più chiaro e brillante  avvicinandosi molto al suono degli strumenti ad arco (i quali sono dotati di un numero assai elevato di suoni armonici.

Nella via di mezzo si trovano le canne di “principale”, il cui timbro non ha equivalenti negli strumenti d’orchestra: esso infatti è, per eccellenza e da sempre, il “timbro dell’organo”.

 

Altri timbri si ottengono mediante configurazioni diverse delle canne. Esse possono essere coniche svasate  verso l’alto (per esempio l’eufonio) oppure che si stringono (per es. la viola da gamba). Esistono anche combinazioni di coni diversi che successivamente allargano e stringono la canna (p.es. clarinetto). Esistono anche, per un solo tasto, combinazioni di più canne di altezza diversa suonanti contemporaneamente: si tratta del “ripieno”dove, al suono fondamentale si aggiungono “ottave”  e “quinte”ottenendo così una sonorità piena e luminosa.

 

Alcuni registri come la “Voce umana”, “Voce celeste” e “Unda Maris” vengono dotati due canne per nota, di cui una volutamente “scordata”ad arte per ottenere una ondulazione che rende il suono risultante particolarmente vivo ed affascinante.

 

Anche il materiale della canna ha il suo influsso. Certi registri sono di metallo (lega di stagno e piombo, in varie percentuali), altri di legno.

Esistono anche canne chiuse in alto, le quali danno il suono inferiore di un’ottava rispetto a una canna di uguale lunghezza, ma aperta.  La chiusura si ottiene con una specie di tappo scorrevole ai fini dell’accordatura. Frequentemente le canne tappate vengono usate anche per arrivare ai suoni molto gravi con canne di metà lunghezza. Questo può convenire per ragioni di economia o per mancanza di spazio sufficiente.

INDICE